Cassazione su Mimmo Lucano: Nessuna frode negli appalti. Non favorì matrimoni. Annullato divieto di dimora a Riace

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Riace: Cassazione, non risultano “frodi” negli appalti concessi da Mimmo Lucano.

Non favorì matrimoni di comodo, cercò solo di aiutare. Annullato con rinvio al Tribunale il divieto di dimora. Saranno i giudici a decidere.

Mancano gli indizi di comportamento fraudolento da parte del sindaco sospeso di Riace, Mimmo Lucano, per l’assegnazione di alcuni servizi, come la raccolta dei rifiuti, a due cooperative di Riace.

Le delibere e gli atti di affidamento infatti, sono stati adottati con collegialità e con i prescritti pareri di regolarità tecnica e contabile da parte dei rispettivi responsabili del servizio interessato”.

È la Cassazione a metterlo nero su bianco nelle motivazioni depositate oggi 2 Aprile 2019 in relazione all’udienza che il 26 febbraio 2019 si è conclusa a Locri con l’annullamento con rinvio del divieto di dimora a Riace, la cittadina in provincia di Reggio Calabria divenuta nel mondo simbolo di accoglienza dei migranti.

La Cassazione rigetta il riesame e sottolinea inoltre che non sono provate le “opacità” che avrebbero compromesso l’azione di Lucano per l’affidamento di questi servizi. È infatti la legge che consente “l’affidamento diretto di appalti” in favore di cooperative sociali “finalizzate all’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate” a condizione però che gli importi del servizio siano “inferiori alla soglia comunitaria”.

Secondo i giudici mancano indizi di comportamenti fraudolenti nell’affidamento degli appalti a Riace. E anche sui matrimoni di comodo non ci sono prove concrete. Caduto così l’impianto accusatorio dell’inchiesta della procura di Locri.

Mimmo Lucano “ha solo cercato di aiutare la compagna”.

La Cassazione evidenzia inoltre elementi di “gravità indiziaria” per il fatto che Mimmo Lucano si sia adoperato per la permanenza in Italia della sua compagna Lemlem Tesfahun, ma invita altresì a tenere conto della “relazione affettiva” che lega Domenico Lucano e Lemlem Tesfahun. Oltre al fatto che lo stesso Mimmo Lucano è incensurato.

Per la Cassazione dunque Domenico Lucano ha cercato di aiutare solo Lemlem Tesfahun “tenuto conto del fatto” che il richiamo a “presunti matrimoni di comodo” che sarebbero stati “favoriti” dal sindaco Lucano, tra immigrati e concittadini, “poggia sulle incerte basi di un quadro di riferimento fattuale non solo sfornito di significativi e precisi elementi di riscontro ma, addirittura, escluso da qualsiasi contestazione formalmente elevata in sede cautelare”.

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