#Facciamorete, l’opposizione social al Governo compie 100 giorni

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Un hashtag, #facciamorete, nato esattamente 100 giorni fa, continua a generare aggregazione e dibattito tra le migliaia di persone che lo utilizzano quotidianamente su Twitter.

Un hashtag in grado di coinvolgere e scalare velocemente la cima della classifica dei trending topic e nato sotto la spinta della sensazione di impotenza e sgomento davanti al clima di odio e rancore che cresce spaventosamente nel Paese.
#Facciamorete nasce per creare una comunità attiva e interessata a partecipare in prima persona al dibattito pubblico.
Uno slancio dunque, per cercare di riportare alle origini l’idea di social network, ovvero di rete sociale, di comunità di persone. D’altra parte, i social network, se usati con intelligenza, si prestano in modo particolarmente efficace all’esaltazione della comunità.
Ed è il caso appunto di #facciamorete. Una comunità che ha trovato la forza di crescere e riprendersi quello spazio digitale occupato prepotentemente dagli spacciatori della paura che spadroneggiano online.
Il suo successo, non a caso, nasce dall’esigenza di esprimersi uniti e con forza su tematiche antifasciste e antirazziste. Di essere argine alla diffusione di fake-news e alla propaganda di estrema destra che con disinvoltura ha occupato la rete.
È il 13 dicembre 2018 quando esplode, in modo virale appunto, la voglia delle singole persone di non disperdere le loro energie ma di avvicinarsi, insieme, ad argomenti di fondamentale importanza per la democrazia. Il tutto, a prescindere dal proprio personale credo politico. Il collante di allora è ancora molto forte: la voglia di esprimersi e di far sentire la propria voce ai media, ai politici, in Italia e in Europa.

Ho rivolto qualche domanda a Marco Skino, primo promotore dell’hashtag #facciamorete:

– 100 giorni, ma quali risultati avete ottenuto?

MS:  “In 100 giorni abbiamo imparato a volare come in uno stormo. Da soli si fa fatica, uniti e vicini creiamo una massa che è difficile non notare. Il risultato è quindi la consapevolezza di poter incidere sul dibattito politico e sociale, di riuscire a ‘fare rete’ intorno alle persone ingiustamente prese di mira dalla propaganda di governo”

– Mancano 64 giorni alle elezioni europee. Pensi che l’#hashtag possa continuare a crescere?

MS: “Certamente. Credo che questa nostra libera ‘bandiera’ riesca a farci sentire ancora più uniti e utili alla causa di non lasciare mai più campo aperto e indifeso dalle falsità che sono stati in grado di raccontarci per mettere le mani sull’Italia e ora sull’Europa. La mia personale sensazione è che l’impatto sui social di #facciamorete andrà a raddoppiarsi nelle prossime settimane”

– #facciamorete ha molti detrattori, ve ne siete accorti?

MS: “Certo! Ne sono molto orgoglioso perché è l’indicatore che stiamo facendo bene e che stiamo raggiungendo i nostri obiettivi di disturbo per ‘la Bestia’ e simili strutture informatiche capaci di confondere e spostare il consenso elettorale. Non diamo, invece, la minima importanza a chi fa il detrattore per avere un po’ di effimera visibilità: alludono, insinuano il dubbio, infangano, ma senza motivare mai nulla di quello che scrivono. E’ già stato detto tutto e il contrario di tutto su #facciamorete e non si vuol capire che è un progetto estremamente semplice: tanti utenti che si raccolgono spontaneamente e scrivono sullo stesso argomento”.

– Può un hashtag arginare il fascismo e gli episodi di razzismo?

MS: “La risposta è certamente NO, però il neo-fascismo è un virus che non è partito dalle piazze ma dai social, e sui social deve essere arginato e soffocato. #facciamorete può dare il suo modesto contributo ma serve Politica con la ‘p’ maiuscola, serve cultura e crescita economica, serve restare umani e non credere alle paure confezionate strumentalmente per ricevere un voto in più”.
A questo punto, non ci resta che augurare in bocca al lupo a questa splendida comunità di persone che, da zero, ha creato questa interessante e coinvolgente esperienza social. 
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