Le vittime della sparatoria di Macerata. I nomi e le storie

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I nomi e le storie delle persone ferite a Macerata durante la sparatoria a sfondo razziale compiuto da Luca Traini.

Wilson Kofi ha solo venti anni e viene dal Ghana. 20 anni, un ragazzino e migliaia di chilometri già sulle sue gambe. Pensava di essersi lasciato alle spalle la miseria e la povertà del suo paese e invece ha trovato le pallottole di Luca Traini.

Omar Fadera, richiedente asilo di 23 anni proveniente dal Gambia, paese sull’orlo della guerra col Senegal. Pensava di aver ritrovato rifugio in Italia. Questo, prima della sparatoria. Per fortuna è stato colpito solo di striscio dalla pallottola di Luca Traini. È stato dimesso.

Jennifer Odion, è l’unica donna ferita della sparatoria. Viene dalla Nigeria. Nei suoi occhi lucidi la paura: “La ferita che mi fa piangere non si vede, non è quella che ho sul corpo, dentro sto molto peggio di come possa apparire esternamente”.

Gideon Azeke ha 25 anni e viene anche lui dalla Nigeria. Parla solo inglese e non si capacita ancora dell’aggressione: “Ho pensato di morire, non mi rendo ancora conto di cosa mi è successo, e a chi mi ha aggredito vorrei chiedere soltanto due cose: perché lo ha fatto, e cosa ha contro di me».

Mahamadou Toure, 28 anni, originario del Mali, un paese dilaniato dalla guerra. Eppure la pallottola l’ha beccata a Macerata. È il più grave tra i feriti della folle sparatoria. È ricoverato in rianimazione con un ematoma al fegato. Non si sa ancora se ce la farà.

Festus Omagbon, 32enne della Nigeria. Aveva appena iniziato a frequentare un corso per operaio carrellista. Per lui un sogno che si avverava. Sabato un proiettile lo ha colpito al braccio senza un perché. Ora è ricoverato all’ospedale di Ancona con una lesione vascolare al braccio destro. Chissà se potrà più lavorare come sognava.

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