Aereo caduto in Etiopia: Carlo Spini e Gabriella Vigiani, chiamati “buonisti” ma che erano semplicemente buoni

CONDIVIDI CON I TUOI AMICI

Vi conosco soltanto adesso, che siete morti precipitando. Ignoravo chi foste, ma adesso vi ammiro.

E per questo vi scrivo. Per dirvi grazie, a nome degli ultimi che salvavate.
Carlo e Gabriella. 
Eri pazzo Carlo, te lo dicevano in tanti. Partivi senza freni, col cuore in valigia e i cioccolatini di tua moglie. Erano quelli per i bambini poveri. Ti arrabbiavi, dicevi che si sarebbero sciolti nel bagaglio. E dicevi che non serve a nulla dare il pesce ai poveri, serve invece dare loro la canna per pescare. 


Questo facevi tu: sfamare, curare, istruire. 

Avrei voluto conoscerti prima. Partivi senza limiti. Ti ammalavi rischiando la pelle. La malaria, quante volte. Il tifo. Il rischio dei rapimenti. Congo, Sudan, Zimbabwe, India, Malawi, Kenya. Facevi tutto gratis.

Paladino d’altruismo, monito all’indifferenza.

E tua moglie con te, anima fedele delle tue passioni. Che donna. Eri di Campo di Marte, tua moglie di San Frediano. Chissà, magari ci siamo incrociati, nei sentieri del sociale, sui tracciati della vita. Abitavate a Sansepolcro. Tu medico, lei infermiera. Una vita insieme, dall’Università. Da quei giorni a Careggi. Innamorati come il primo giorno. Anzi di più, sempre di più dopo ognuno di quei viaggi.

Vi dicevano buonisti, eravate semplicemente buoni. Punto.

Abbracciati per sempre, abbracciati fino all’ultimo, mano nella mano cadendo giù. Pensando ai vostri figli, forse, così grandi e generosi. E bombardati dai giornalisti, assillati per telefono, assediati sotto casa. Però mai avari di parole.

Ho chiamato vostro figlio Andrea e ho pianto al telefono. Il suo dolore straziante, ma l’istinto di raccontare chi eravate. Era affranto, ma consolato dall’idea che insieme avete vissuto, e insieme ve ne siete andati. Ha raccontato tutto il bene che avete fatto. Perfino in casa ci hanno accolto. L’hanno fatto per voi, perché il mondo sapesse. Adesso il mondo ha saputo. Il mondo sa.

Il nuovo ospedale di Juba porterà il vostro nome. Hanno fatto cambiare la targa. Il vostro esempio è contagioso.

Aiuteremo gli ultimi e lo faremo anche per voi. Nessuno muore quando semina amore.

Voi, per me, siete oggi VIVI più che mai.

CONDIVIDI CON I TUOI AMICI

Commenta questo articolo

Leave a Reply