“La dignità dell’opposizione”. L’analisi di Pierluigi Castagnetti

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Si possono interpretare in vario modo i risultati delle elezioni, ma non si può negare che siano chiari.

Almeno per il Pd: gli italiani hanno voluto mandarlo all’opposizione. Può dispiacere, a me dispiace, ma la scelta è stata quella. Colpisce oggi il numero di giornalisti, intellettuali, attori, che si improvvisano esperti politici per suggerire al Pd una lettura meno severa dei risultati, per indurlo a un atteggiamento più morbido e consentire a chi ha detto di aver vinto di potere vincere.


Ma perché tanta attenzione verso il Pd che fino a ieri si è tanto denigrato e osteggiato? 

Perché fa tanta paura l’opposizione?

Il vecchio PCI l’fatta per trent’anni con tanta dignità e fede nel futuro, perché dimenticarlo? 


L’opposizione è una delle funzioni tipiche della democrazia, una funzione piena di dignità. Si può fare in modo diverso da come l’ha fatto il M5S nella precedente legislatura, votando pregiudizialmente contro tutto e tutti, si può essere forza di opposizione seria e responsabile che vota a favore dei provvedimenti condivisi, senza rinunciare al proprio ruolo di opposizione.

Suggerirei di rileggere gli interventi di Nino Andreatta capogruppo del piccolo gruppo dei Popolari nella legislatura 1994/96 per capire la dignità e la forza del ruolo di opposizione.
Ricordo ancora quando, da capogruppo di opposizione nel Consiglio regionale in Emilia Romagna, nel 1987 mi sono candidato alla Camera, dopo aver consultato vari amici, fra i quali un mio maestro che mi disse: devi andare perché fra qualche anno la Dc sarà minoranza e si dispererà, perché non saprà che fare, essendosi dimenticata che la democrazia si regge sia sul ruolo della maggioranza che su quello dell’opposizione e, in quel momento, sarà importante che nel suo gruppo parlamentare ci sia qualcuno che spieghi ai colleghi che si fa politica anche dal l’opposizione.

Se si ha dignità. E si hanno idee. Se non si ha nè l’una nè le altre, allora si deve semplicemente cambiare “mestiere”.

Pierluigi Castagnetti

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