Occupazione di Casapound, danno erariale da 4 milioni e 600 mila euro. Per la Corte dei conti “Un esproprio al contrario”

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Si è conclusa l’indagine per il palazzo occupato in pieno centro a Roma dal movimento neofascista Casapound.

Per i giudici della Corte dei Conti un vero e proprio “esproprio al contrario”. La quantificazione del danno alle casse dell’erario ammonta a 4 milioni e 600 mila euro. Un danno patrimoniale ingente. Questo il danno erariale per oltre 15 anni di occupazione del palazzo a Roma risiede CasaPound nella Capitale. A risarcire questo cospicuo danno erariale per omessa disponibilità del bene e mancata riscossione dei canoni dovranno essere nove dirigenti dell’Agenzia del Demanio e del Miur, proprietario dell’immobile.

Palazzo occupato da CasaPound, 9 indagati al Demanio.

In assenza di una denunci specifica, l’inchiesta penale non era mai decollata ma i giudici della Corte dei Conti hanno comunque deciso di andare avanti in autonomia. L’immobile di occupato da Casapound non è stato inserito nell’elenco di edifici da sgomberare. E così i magistrati della Corte dei Conti parlano di una sorta di “esproprio al contrario” considerando che la collettività è stata privata di un bene di tutti a vantaggio di pochi.

Già Il ministro Tria, con una lettera indirizzata alla sindaca Raggi, aveva salvato dallo sfatto Casapound che abusivamente occupa un intero stabile in centro a Roma dal 2003. La motivazione: “Il Palazzo è stabile e pulito, non è priorità per prefettura e demanio”. 

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