Il M5S vende i dati personali dei suoi iscritti a Wind?

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La piattaforma Rousseau è il cuore del del M5S. Grazie a questo sistema il movimento fondato da Casaleggio e Grillo propone una partecipazione diretta dei propri iscritti alle decisioni e alla vita politica. Infatti, è attraverso questa piattaforma che si possono proporre leggi, o votare le proposte degli altri iscritti. E sempre grazie a Rousseau è possibile selezionare i candidati al Parlamento del M5S. Insomma: una piattaforma che vuole essere innovativa e rivoluzionaria nelle intenzioni, ma che nella realtà presenta diverse e preoccupanti debolezze. Oltre all’instabilità della piattaforma che ha visto saltare i propri server il 3 gennaio, nel pieno delle votazioni per la selezione dei futuri parlamentari a 5 stelle, quello che in questi giorni ha destato particolare inquietudine tra gli iscritti, e non solo, sono gli

“illeciti nel trattamento dei dati sulla piattaforma Rousseau”

evidenziati dal Garante per la Privacy. Affermazione che arriva dopo un controllo da parte dei suoi esperti informatici in seguito ai numerosi attacchi hacker, che hanno evidenziato la mancanza di attenzione per la sicurezza dei dati inseriti nella piattaforma a 5 stelle. Per ovviare a queste problematiche, il Garante impone ai titolari e gestori del sito «le misure necessarie relative ai profili concernenti la sicurezza informatica».



Ma quello che ha destato maggiore preoccupazione fra gli iscritti al sito del Movimento è stata la scoperta di una cessione di dati ad alcune società terze, fra cui la compagnia Wind.

A tal proposito la relazione del Garante sottolinea «nei confronti dei titolari del trattamento di tutti i siti riconducibili al Movimento 5 Stelle, l’illiceità del trattamento dei dati personali degli utenti, in ragione della comunicazione a soggetti terzi (Wind Tre S.p.A. e ITNET s.r.l.) dei dati medesimi in mancanza di idoneo presupposto». Riservandosi il diritto di verificare «la sussistenza dei presupposti per l’eventuale contestazione delle sanzioni amministrative».

Perché avviene questa cessione dei dati personali? Perché gli iscritti non vengono adeguatamente informati e non è sottoposta loro la scelta se cederli o meno? Cosa viene fatto con questi dati?

Vengono venduti? Vengono monetizzati in qualche modo?

Domande legittime visto che la società del fondatore, la Casaleggio & Associati si occupa proprio di digital marketing.

Come se non bastasse ciò, l’istruttoria del Garante ha altresì rilevato come “ciascun voto espresso sia effettivamente associato a un numero telefonico corrispondente (come del resto confermato dal dottor Casaleggio in sede ispettiva, cfr. verbale 5 ottobre 2017) al rispettivo iscritto-votante. Evidenziando la concreta possibilità di associare, in ogni momento successivo alla votazione, oltre che durante le operazioni di voto, i voti espressi ai rispettivi votanti».

Dunque è possibile sapere cosa vota, o ha votato, l’iscritto in qualsiasi momento. Con buona pace della segretezza del voto.

Il controllo delle votazioni non ha nulla a che vedere con la rivoluzione digitale promessa ma ricorda piuttosto prassi e gestioni da paesi dittatoriali.

Se il M5S si comporta così con i dati dei propri iscritti, farà lo stesso con quelli di tutti i cittadini italiani una volta al governo?

Un movimento che aspira a governare il paese dovrebbe rispondere a tutti questi interrogativi aperti.

La democrazia è una cosa seria.

La relazione completa del Garante per la protezione dei dati personali

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